Il 4 novembre: il primo giorno di pace

 


Come ogni anno, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, giornata dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate, gli studenti della scuola secondaria del plesso di Portocannone hanno avuto il piacere di incontrare il Generale Di Iulio che, con grande disponibilità e sensibilità, ha accettato ancora una volta l’invito a dialogare con loro.




Il 4 novembre 1918 segna una data fondamentale nella storia d’Italia: è il primo giorno di pace dopo la Grande Guerra, il giorno dell’armistizio di Villa Giusti, che pose fine al lungo e doloroso conflitto che aveva travolto l’Europa ed il mondo. È il giorno in cui si chiuse un capitolo di sofferenze, sacrifici e speranze, e l’Italia poté finalmente rialzare lo sguardo verso un futuro di unità e ricostruzione.

Il Generale ha ricordato come la Prima Guerra Mondiale non sia stata solo una guerra di trincea, ma anche un banco di prova per l’identità nazionale: dalle pagine tragiche della ritirata di Caporetto al riscatto morale e militare della battaglia di Vittorio Veneto, in cui l’esercito italiano ritrovò forza, coraggio e coesione.

Quest’anno il Generale ha intrattenuto i ragazzi per quasi due ore, ma il tempo è sembrato scorrere leggero, come sabbia dorata tra le dita del pensiero, tanto erano vivi l’interesse e la partecipazione degli studenti.

Prima di raccontare le sue esperienze personali nelle missioni di pace, tra cui quelle a Nassiriya e in altri contesti internazionali, il Generale ha voluto dedicare un momento intenso al racconto del Milite Ignoto, una delle pagine più toccanti della nostra storia nazionale.

Ha spiegato che, al termine della Prima Guerra Mondiale, si volle rendere onore a tutti i soldati caduti senza nome, a coloro che non poterono essere riconosciuti e che avevano donato la vita per la Patria. Per questo, nel 1921, vennero raccolte undici salme di soldati sconosciuti provenienti dai diversi fronti di guerra. Le casse furono disposte in una chiesa ad Aquileia e fu una madre, Maria Bergamas, che aveva perso il figlio senza poter ritrovarne il corpo, a compiere la scelta: di fronte alle undici bare, si inginocchiò e si fermò davanti a una di esse, che divenne così il Milite Ignoto.

Quel soldato senza nome, che rappresenta tutti i caduti d’Italia, venne poi traslato a Roma e sepolto al Vittoriano, all’Altare della Patria, dove ancora oggi arde una fiamma perenne, simbolo di gratitudine, memoria e unità nazionale.

Nella parte finale dell’incontro, il Generale ha risposto con disponibilità e sincerità alle numerose domande dei ragazzi, molte delle quali di carattere personale: la scelta del suo lavoro, le motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere la carriera militare, le emozioni vissute nelle missioni, ma anche riflessioni sulla guerra oggi, sulle sue conseguenze e sul valore sempre attuale della pace.

Le parole del Generale Di Iulio hanno lasciato un segno profondo. Gli studenti hanno percepito che dietro la divisa e le medaglie c’è un uomo che ha conosciuto il dolore, la paura e la speranza, ma che continua a credere nel potere del dialogo, del rispetto e della solidarietà.
Ha ricordato ai ragazzi che la pace non è un bene scontato, ma una conquista quotidiana, che nasce dai gesti di ciascuno: dal rispetto reciproco, dalla capacità di ascoltare, dalla volontà di comprendere ciò che è diverso.

L’incontro si è concluso in un clima di silenziosa riflessione e gratitudine. Molti studenti hanno lasciato l’aula con la consapevolezza che la memoria non è solo un dovere civico, ma una responsabilità verso il futuro.
Attraverso la testimonianza viva del Generale Di Iulio, hanno imparato che la storia non è solo nei libri, ma vive negli occhi e nella voce di chi l’ha attraversata, e che la pace, fragile e preziosa come il respiro di un popolo, va custodita ogni giorno con impegno, rispetto e amore per l’altro.

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