Incontro speciale: quando la scienza e il cuore si uniscono
Incontro speciale: quando la scienza e
il cuore si uniscono
Questa mattina, nell’aula magna della nostra scuola, abbiamo
vissuto un momento davvero speciale: una conferenza che ha unito scienza,
emozione e speranza. A parlare con noi e ad accompagnare la DS Immacolata
Lamanna (moderatrice dell’incontro) ed il sindaco di Portocannone
Francesco Gallo, sono venute due ospiti eccezionali: la dottoressa Raffaella
Casolino, ricercatrice oncologa presso l’OMS di Ginevra, e la presidentessa
dell’AIL sezione Molise, la signora Mariagrazia Luciano.
La forza della ricerca
La dottoressa Casolino ha tenuto una lectio magistralis “partecipata” durante la quale ci ha raccontato il suo lavoro quotidiano in laboratorio: con parole semplici ma piene di passione, ci ha spiegato come funziona la ricerca scientifica, quanto sia importante non arrendersi mai davanti agli ostacoli e come ogni piccolo passo avanti possa fare una grande differenza nella vita di tante persone.
Una ricercatrice oncologa dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) svolge un ruolo molto importante nella lotta contro il cancro, ma un po' diverso rispetto a quello di chi lavora nei laboratori degli ospedali o delle università. Ecco in parole semplici il suo lavoro: studia il cancro a livello globale e analizza i dati provenienti da tutto il mondo per capire quanti casi di cancro ci sono nei vari Paesi, quali tipi di tumore sono più frequenti; quali fattori (come l’inquinamento, il fumo, la dieta) aumentano il rischio di ammalarsi; propone strategie di prevenzione aiutando i governi di tutto il mondo a creare programmi per prevenire il cancro. Aiuta a migliorare le cure in tutto il mondo. Non tutti i Paesi hanno accesso alle stesse cure e serve lavorare per migliorare l’accesso alle terapie. Monitora i progressi: l’OMS vuole sapere se le azioni che consiglia stanno funzionando dunque serve controllare i risultati nel tempo: se le diagnosi precoci aumentano, se i tassi di guarigione migliorano, se le morti per cancro diminuiscono.
In poche parole…
Una ricercatrice oncologa
dell’OMS non lavora con un solo paziente, ma lavora per aiutare milioni di
persone. Il suo lavoro ha un impatto globale, perché mira a prevenire e
curare il cancro in tutto il mondo, soprattutto dove c’è più bisogno.
Durante la conferenza, i ragazzi non
sono rimasti in silenzio. Appena è arrivato il momento delle domande, le mani
si sono alzate una dopo l’altra, tra curiosità e voglia di capire.
Che cos’è un tumore?
Come si diventa ricercatori?
Qual è la differenza tra tumori
maligni e benigni?
Quali sono i sintomi che ci possono
far allarmare?
È possibile guarire dal cancro?
Come si capisce che quelle cellule
sono un tumore?
E tanto altro...
Le risposte della relatrice sono state semplici ma profonde, capaci di toccare corde delicate senza mai spaventare. Alcuni ragazzi hanno preso appunti, altri si sono lasciati trasportare dalle storie ascoltate. È stato un momento di vero dialogo, dove la scienza ha incontrato l’umanità, e dove ogni domanda è diventata un piccolo passo verso la consapevolezza.
Il cuore della solidarietà
La signora Luciano, invece, ci ha parlato dell’impegno dell’AIL,
un’associazione che aiuta ogni giorno bambini, ragazzi e adulti che stanno
lottando contro le malattie del sangue. Ci ha raccontato storie vere di
coraggio, ci ha raccontato delle case AIL (dove le famiglie possono stare
vicino ai loro cari durante le cure) e ci ha spiegato quanto sia importante
anche un piccolo gesto, come partecipare a una raccolta fondi o regalare una
Stella di Natale o un Uovo di Pasqua.
Una bellissima testimonianza è arrivata dalla maestra Federica, ideatrice di questa collaborazione con l’Ail, che ha vissuto per ben due volte l’esperienza della malattia. Il suo messaggio è stato forte e toccante, soprattutto nel momento in cui ha detto di avere “dei bei ricordi” del periodo più difficile della sua vita, perché il valore della ricerca scientifica e l’appoggio alle associazioni che si occupano della raccolta fondi è fondamentale per i malati ed è fondamentale per le famiglie dei malati che posso avere un appoggio solido per…guardare alla vita con occhi di speranza!
Una lezione di vita
Questa conferenza non è stata solo una lezione di scienza, ma anche una lezione di vita. Abbiamo capito che dietro i camici bianchi e le sigle difficili ci sono persone che ogni giorno lottano con passione per dare speranza agli altri. E chissà… forse un domani, tra noi, ci sarà qualcuno che deciderà di diventare ricercatore o volontario. Perché, come abbiamo imparato oggi, anche dai banchi di scuola può nascere qualcosa di grande.
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