"Fare la pace" — Lo spettacolo che parla con il cuore.



Cari ragazzi e care ragazze,

oggi vi invitiamo a mettere da parte per un momento compiti e distrazioni… e ad aprire cuore e mente per entrare insieme in una storia che parla di voi.

La guerra è una pratica diffusa nel tempo e nello spazio, la troviamo raccontata in tutti i libri di storia, di ogni epoca e luogo. La guerra è quando due gruppi di persone litigano così tanto da usare armi, combattere e farsi del male. Invece di parlarsi o cercare di capire cosa non va, scelgono la strada più brutta: quella della violenza. E nella guerra spesso soffrono anche quelli che non c’entrano niente: bambini, famiglie, animali, case, scuole...A questa va contrapposta una pratica che sia capace di esprimere la stessa ostinata volontà, ma di senso opposto. Quest’ultima è la NON VIOLENZA, un comportamento concreto che nega la violenza e che si impegna al fine di superarla, agendo sulle cause dei problemi. La non violenza è un atteggiamento pacifico che si fonda sulla gentilezza ed un nuovo modo di guardare il mondo. La non violenza, invece, è come una luce in mezzo al buio. Significa scegliere il dialogo, il rispetto e la gentilezza anche quando siamo arrabbiati. Chi crede nella non violenza non vuole litigare con pugni o urla, ma cerca soluzioni con il cuore e con le parole.

La guerra, purtroppo, non succede solo tra eserciti o in Paesi lontani. A volte, la guerra può entrare anche nella nostra vita di tutti i giorni, in modi piccoli ma molto reali.

Per esempio, è una piccola guerra quando:

  • due amici smettono di parlarsi e si fanno dispetti;
  • a scuola ci si insulta o si prende in giro qualcuno finché sta male;
  • in famiglia si urla invece di ascoltarsi;
  • si pensa solo a vincere, a comandare, senza pensare agli altri.

Tutte queste situazioni sono forme di conflitto, di litigi che ci allontanano dagli altri e ci fanno stare male. Non ci sono bombe o fucili, ma ci sono parole che feriscono, silenzi che fanno piangere, sguardi che escludono.

Capire questo è il primo passo per scegliere una strada diversa: quella della pace di tutti i giorni, fatta di scuse, abbracci, rispetto e voglia di capirsi.

Insomma:
La guerra divide. La non violenza unisce.

L’idea del progetto Educare alla pace nasce dalla volontà di educare alla pace in tempo di guerra, affidando il compito proprio alla scuola che rappresenta il mezzo attraverso cui la società impatta sulla realtà, sulla cultura e sul processo educativo dei ragazzi. L’obiettivo è di sensibilizzare alunni e famiglie nei confronti della necessità di avere atteggiamenti favorevoli alla pace, in ogni luogo e situazione, con il fine di trasformare i problemi del mondo contemporaneo e di trasformare il futuro.

"Fare la pace" è uno spettacolo pensato proprio per chi, come voi, sta crescendo in un mondo che corre veloce e spesso dimentica quanto sia importante fermarsi, ascoltare e capirsi.

La compagnia EducAttori porta in scena emozioni, conflitti, risate e riflessioni, raccontando con leggerezza e profondità il valore dell’amicizia, della comprensione e del coraggio di dire parole magiche: "Scusa", "Hai ragione", "Facciamo pace?".

Il nome EducAttori è un gioco di parole che unisce “educatori” e “attori”.

Questa compagnia teatrale non si limita a recitare: ogni spettacolo è pensato per educare attraverso l’arte, usando il teatro come strumento per far riflettere, crescere e imparare divertendosi. Gli EducAttori, quindi, sono attori che non si limitano a intrattenere: accompagnano bambini e ragazzi in un viaggio fatto di emozioni, scelte, valori e relazioni. Sono educatori sul palcoscenico, con il cuore aperto e la voce pronta a raccontare storie che aiutano a diventare grandi.

Attraverso personaggi vivaci, situazioni in cui potreste riconoscervi e momenti di pura magia teatrale, scoprirete che fare la pace non è solo smettere di litigare… ma imparare a conoscersi davvero.

Preparatevi a ridere, a pensare, e forse anche a cambiare un po’ il modo in cui guardate gli altri e voi stessi. Perché il teatro è un gioco serio, e voi siete i protagonisti più importanti.

 







SINOSSI

L’angelo di Come Farfalle è nel bel mezzo di una guerra, letteralmente parlando. L’angelo infatti, sempre in missione per conto di Dio per raccogliere le anime dei bambini morti, si presenta in anticipo al suo appuntamento (deve recuperare le anime di centinaia di bambini che sarebbero morti di lì a poco in un bombardamento) e ne approfitta per trasgredire ancora una volta gli ordini divini (ma sarà vero poi?) ed evitare che il bombardamento avvenga. Come? Insegnando a due soldati impegnati da giorni a spararsi l’un l’altro, cosa è la pace e come si fa.















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