Sviluppo sostenibile, riciclo ed economia circolare: il futuro è nelle nostre mani 🌍


Discarica -Azienda “Foglia Umberto S.r.l.”- Guglionesi

Per il progetto “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, il giorno 27 novembre 2022 tutti gli alunni delle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di San Martino in Pensilis, Portocannone e Ururi, hanno visitato la discarica di Guglionesi, azienda Foglia Umberto, servizi per l’energia e l’ambiente che opera oggi, nell’ambito delle iniziative a favore dell’ambiente, nella produzione energetica da fonti rinnovabili, quali i rifiuti da discarica. I rifiuti quindi, in questo ambito, vengono considerati una risorsa e, consequenzialmente, l’impianto risponde alle esigenze di una “economia circolare”.

Il progetto, infatti, riguarda lo sviluppo sostenibile, in particolare il riciclo di materiali e l’economia circolare.

I ragazzi stessi raccontano com’è andata e cosa hanno imparato:

E’stata una mattinata scolastica differente e soprattutto molto interessante, un’esperienza davvero stupenda e arricchente che rifarei senza indugi. E’stata un’esperienza molto bella perché, oltre ad aver scoperto come viene trasformato l’umido che noi produciamo, abbiamo imparato come fare la raccolta differenziata e le regole da eseguire per condurre una vita regolare rispettando l’ambiente.

Pochi giorni fa, esattamente il 27 ottobre del 2022, io e i miei compagni di classe abbiamo avuto il piacere di visitare, grazie ai nostri docenti di scienze, un luogo piuttosto particolare, oserei dire una meta davvero insolita per noi ragazzi: l’Azienda “Foglia Umberto S.r.l.”, il cui scopo è aiutare piccole imprese ed enti locali nello smaltimento dei rifiuti.

Essa fu fondata nel 1986, anche se il primo allestimento di estrazione e valorizzazione energetica del biogas fu costruito nelle zone limitrofe alla discarica di Macerata, completata poi nel 2001. Oggi conta 5 sedi situate nell’Italia centrale e meridionale, a Guglionesi riceve rifiuti da ben 29 comuni molisani ed è in grado di produrre 4.500 kWh.

Giunti sul posto, appena scesi dal pulmino, siamo stati colpiti da un odore alquanto pungente e nauseabondo, situazione decisamente prevedibile. A parte questo, il resto dell’uscita didattica è andato a gonfie vele! La visita era perfettamente organizzata e suddivisa in vari step.

Dopo essere stati ben accolti, gli esperti ci hanno fatto dare un’occhiata alla zona dove vengono portati i rifiuti che, purtroppo, non possono essere sottoposti a un processo di riciclo. Devo dire la verità, a colpo d’occhio sembrava una semplice discarica a cielo aperto, invece si è rivelata una struttura molto complessa e virtuosa, formata da vari “componenti” che abbiamo avuto modo di scoprire ascoltando attentamente non solo le varie informazioni e spiegazioni inerenti all’impresa, ma anche le risposte ai nostri quesiti.

Gli addetti ci hanno mostrato l’impianto di produzione del metano (CH4), fondamentale composto chimico che tutti noi utilizziamo quotidianamente, sia per uso domestico, sia industriale. La frazione umida, proveniente dalla raccolta differenziata dei comuni molisani, viene depositata in un grande cassone dove i rifiuti, grazie ad apposite macchine, vengono triturati e ridotti a purea (massa liquida densa di colore marrone). La “purea” passa in tre silos, i digestori, dove avviene la fermentazione anaerobica: i batteri presenti si nutrono dei rifiuti umidi in assenza di ossigeno e producono biogas, quali metano, acido solfidrico, idrogeno, anidride carbonica e cov (componente organica volatile).

Una parte del biogas viene inviato in una struttura che lo trasforma in energia elettrica che passa nella rete nazionale e può servire 1000 famiglie, una parte si trasforma in calore che serve a mantenere l’impianto stesso, una parte di biogas niene inviato in strutture dove deve essere purificato e trasformato in biometano, da immettere nel sistema nazionale di distribuzione del metano per servire circa 500 famiglie. Prima di essere immesso nella rete di distribuzione, il biogas deve essere purificato; la purificazione consiste nell’eliminazione essenzialmente di acido solfidrico e di anidride carbonica. Grazie all’energia prodotta, l’azienda è in grado non solo di alimentarsi da sola, bensì anche di ricavare denaro tramite la vendita. L’impianto è costato, tra l’altro, oltre 20 milioni di euro, cifra estremamente considerevole!


Guardando la discarica dell’indifferenziato, i vari addetti ci hanno fatto notare la presenza di tubi (sistema di pompaggio) che servono per prelevare il biogas che si forma per processi spontanei all’interno della massa di rifiuti. I rifiuti producono percolato (acqua e sostanze varie) altamente inquinante che penetra facilmente nel terreno sottostante e potrebbe inquinare il suolo e le false acquifere. Per questo motivo per la discarica viene usato un particolare tipo di terreno composto da 5 strati tra cui uno strato di argilla, materiale impermeabile, di spessore 1,5 metri e inoltre viene utilizzato un telo chiamato HDPE (high density polietilene) e questo telo deve avere caratteristiche particolari come ad esempio essere impermeabile e molto resistente. 


Molto interessante il fatto che dalla purea si recupera l’acqua che viene depurata chimicamente e, anche se non potabile, perché contiene batteri, viene utilizzata nell’impianto in vari modi e
può essere anche rigettata nei mari e nei fiumi senza danneggiare minimamente l’ambiente.

Anche se in modo sintetico e decisamente approssimato, ci hanno fornito anche un assaggino legato ad un loro futuro progetto, la produzione di idrogeno come fonte di energia, a riprova di quanto la società sia estremamente attiva e all’avanguardia.
Ricordo che verso la fine della visita abbiamo fatto una domanda che la guida ha reputato molto interessante cioè:
Se un componente fondamentale di tutto l’impianto si rompe quanto tempo ci vuole per farla rifunzionare? La guida ha risposto dicendo che bisogna fermare l’impianto, quindi non produrre energia, finché il danno non viene riparato, ha aggiunto inoltre che, anche fermando l’impianto non si ferma il processo perché il biogas si continua a formare.

Infine, abbiamo fatto una felice e gradita merenda assieme a tutti i ragazzi presenti, con i quali abbiamo anche potuto scambiare quattro chiacchiere.



Franco Evangelista

Andrea Murazzi

Riccardo D’Ippolito

Manuela Di Girolamo

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